Generazione Parma è approdata anche a Itaca. Non l’isola della Grecia, ma quella in Borgo Pipa 3/a a Parma. Gianni Caselli, Vicepresidente e uno dei soci fondatori, ci ha accolti nella sede di Progetto Itaca Parma – Club Itaca Parma, una delle quindici sedi in Italia, che offre gratuitamente servizi e iniziative di informazione, supporto e attività di socializzazione e reinserimento sociale a persone affette da disturbi di salute mentale e sostegni alle loro famiglie. Le attività sono svolte prevalentemente da famigliari volontari, appositamente formati (i Corsi per famigliari svolti in dieci anni dalla costituzione di Progetto Itaca Parma sono diciassette, circa due all’anno), in collaborazione con ASL Dipartimento della Salute Mentale.
La realtà di questa grande famiglia deve scavalcare ogni giorno i muri eretti dalla società e dalle infrastrutture, variopinti e imbrattati di indifferenza, diffidenza, e soprattutto, ancora tanto stigma e vergogna nei confronti di questa malattia. Caselli ci ha descritto quello che è stato lo sviluppo a Parma dell’Associazione. Certamente diverse problematiche, ma anche molta comprensione e solidarietà. Oggi sono ospitati quotidianamente in media oltre dieci ospiti, ridotti a causa della pandemia. Numerosi ospiti, che vengono chiamati Soci, hanno anche avviato esperienze lavorative, grazie all’importante disponibilità dell’ASL e in particolare del Direttore del Dipartimento di Salute Mentale, dottor Pietro Pellegrini.
Non mancano anche i punti critici, in primis, per le difficoltà di collaborazione con l’Ente Locale, il Comune di Parma nello specifico, che ancora fatica a riconoscere il carattere “sociale” delle attività di Progetto Itaca, che quindi proprio per questo sopperiscono a servizi di stretta competenza dell’Ente Locale
“Un Comune attento all’individuo, si prende cura di tutta la città”